Sentieri – CRISTINA NOSELLA

LA STRADA PER LA SOSTENIBILITÀ DEL NUOVO MONDO.

Un appuntamento di lavoro e al termine accetta senza pensarci troppo di essere intervistata. Scopre che è un dialogo e si mette in gioco, si mostra completa. All’inizio del nostro incontro si muove leggera, timida, come se non volesse lasciare impronte e poi i significati profondi delle sue parole entrano in uno spazio di condivisione piacevole, amichevole e generoso, diventano “acqua che scorre” e sulla via dei suoi vissuti lascia tracce profonde, sicure per chi le vuole seguire.
Il corpo parla, privo di maschere, prende il giusto tempo per chiarire per non lasciare sospesi perché desidera essere compresa senza lasciare spazio alle interpretazioni.
Parla della sua ricerca di consapevolezza come un divenire costante, in questa fase della sua vita il vero scopo della sua presenza in famiglia, nel lavoro e sul pianeta.
Delicata, sottile e incisiva usa le parole come un bisturi, sa dove tagliare, con decisione e tanta consapevolezza dell’altro, ci convince che è possibile dedicarsi alla crescita delle persone senza dimenticare che il risultato economico e il successo dell’impresa sono dei fondamentali imprescindibili.
La giusta conseguenza di un sentire comune che va alimentato quotidianamente attraverso relazioni virtuose. Lo sa fare.
Il sentire profondo, la consapevolezza di sé ci arrivano come un sussurro, ci mostra la strada dei comportamenti da lasciare andare, su cui impegnarci, per ispirare le nuove generazioni.

#lentezza

Ero una guerriera! Ora emerge l’agricoltrice: ascoltare e osservare con lentezza prendono il posto dell’azione e della ricerca di risultato.
Nella frenesia c’è risultato, è un modello di crescita che conosco bene, una crescita sia economica, sia di ruolo e di immagine che un tempo mi gratificava, una posizione che ho lasciato andare. A un certo punto non mi bastava, anzi mi infastidiva, non mi piaceva più. Era arrivato il momento di cambiare e ho scoperto il contatto con me stessa, la frenesia mi portava lontano. Ho abbandonato la frenesia che mi spingeva a continuare a crescere nelle competenze professionali, agivo in modo inconsapevole e seguivo i modelli che ho ereditato. Ho cominciato a dedicarmi alla conoscenza di me stessa. Una volontà consapevole di sentire in modo profondo.
La mia evoluzione lenta è diventata la mia nuova vita, ho rivolto l’attenzione internamente e ho seguito il mio sentire perché sono convinta che attraverso il riconoscimento di me stessa gli altri mi riconosceranno.

#creatività

Quando sono in contatto con me stessa, mi identifico in modo profondo con quello che faccio, mi fa sentire potente e forte. Quando entro nel flusso in cui si originano idee e visioni non mi importa più niente se quello che penso o porto avanti diventa di qualcun altro, deve vivere, importante è che viva.
Quando invece elabori intellettualmente desideri che porti il tuo nome, un tempo potevo arrabbiarmi se qualcuno me lo portava via. L’azione creatrice ti riempie.

#dubbio

Una delle mie caratteristiche è saper conciliare. I dubbi li ho, sia che siano miei oppure che siano idee di altri con posizioni differenti, quello che so fare da sempre è mettere insieme i pezzi. Per me conciliare è come acqua che scorre, agisco e mi muovo per fare proposte che tengano conto della posizione di tutti, so che una soluzione, c’è sempre. Lo faccio anche con me stessa, so come far stare insieme anche posizioni diverse, cerco e trovo la terza via.

#riuso

Penso di avere le capacità di ascoltare e osservare, sento cosa sente chi mi sta intorno, sia nel lavoro sia nella vita privata e per questo anticipo i bisogni. Mi è capitato recentemente di parlare con un direttore commerciale che a un certo punto si ferma ed io senza una sua richiesta prendo quello che cercava da uno scaffale anticipandolo, ascolto in modo attivo segnali deboli e non smetto di stupirmi.
Nel mio lavoro è potente il riuso consapevole. Oggi nel dialogo con le persone o nella gestione delle dinamiche relazionali sento e anticipo il bisogno dell’altro e, come se fossi già pronta, mi attivo per mettere in gioco accoglienza e serenità.

 

#compassione

 
Quando sono in aula per scambiare le mie conoscenze, uso la calma e mi prendo il giusto tempo per agire, oppure quando lavoro in team mi adopero per predisporre il dialogo e il luogo per sostenere una relazione paritaria, allontano da me e dagli altri gli atteggiamenti di superiorità. Quando si realizza questo modo di essere e tutti sono coinvolti e condividono allora si può cominciare a costruire.
La superiorità esclude. Accade a volte che mi trovo a lavorare in team con manager aggressivi, la troppa attenzione nello scambio di forza produce l’incapacità di gestire relazioni, una reattività che non giustifica un confronto alla pari e che mette in difficoltà chi mostra le proprie emozioni. Spesso sono le donne a pagare, il pianto dovrebbe essere considerato come una qualunque altra emozione, eppure attiva una reattività sconsiderata che colpisce la persona. Io penso che il manager che ha questi comportamenti aggressivi dovrebbe fare molte ore di coaching per imparare a gestire le proprie emozioni.

 
#silenzio

 
Scelta e allenamento. Sono in grado di fare il vuoto perché mi giudico poco, genero ambienti dove c’è silenzio. Chiedo toni rispettosi. Tanto lavoro nel tempo e oggi mi è chiaro che è una conquista impagabile.

 
#speranza

 
Vorrei lasciare un segno tangibile. Ho avuto la spensieratezza di guardare il cielo e ho sentito il peso dello stato attuale di vita. C’è un movimento globale di persone che lavorano per un mondo diverso, la nuova speciazione. Il mondo nuovo è affidato a noi. Noi non possiamo più lavorare in modo individuale ma aggregato.
Dobbiamo impegnarci per fare in modo di dare loro voce, amplificarla, farne aumentare i significati, questo è far crescere le nuove generazioni, questa è la sostenibilità dei giovani.
C’è speranza anche se il gioco non è ancora fatto, sento da me e intorno a me un anelito, una spinta.

 
#coraggio

 
Vorrei partecipare di più alla creazione del mondo nuovo. La famiglia e il lavoro sono ancora un mondo ridotto, sono ancora tanto mamma e manager, un mondo che a volte non mi lascia il giusto spazio di agire, sento che sono vicina, qualche anno ancora e poi posso donare di più alla vita.
Oggi lo faccio nel piccolo, domani lo farò in contesti più grandi. Ho tanto desiderio di farlo e sento che per me sta arrivando il tempo della restituzione.  

      Cristina Nosella - "La strada per la sostenibilità del nuovo mondo”info@studiofabbro.com